La meditazione del calmo dimorare

La meditazione del calmo dimorare

« La “meditazione” [in tibetano: gom] è l’atto di mantenere a lungo l’attenzione su di un oggetto o su specifici aspetti focalizzando ripetutamente la mente su di un contenuto virtuoso.
Lo scopo è il seguente: da tempo senza inizio si è stati sotto il controllo della mente, la mente non è stata sotto controllo. La mente tende inoltre a essere oscurata dalle afflizioni e contaminazioni mentali.
La meditazione è pertanto destinata a portare la mente, origine di tutti i difetti e le imperfezioni, sotto controllo rendendola efficiente.
Efficienza significa che la si può dirigere verso gli oggetti virtuosi di meditazione come si desidera. »

Tsongkhapa (1357 – 1419), The Great Treatise on the Stages of the Path to Enlightenment,
a cura del Chenmo Translation Committee (2000) p. 99 [traduzione italiana dell’autore].

A cura del Dr. Massimiliano A. Polichetti

L’incontro verterà sull’importanza della meditazione Shine per pacificare la mente, con una breve introduzione al Vajrayana Indo-Tibetano.

La pratica regolare della meditazione aiuta a saper discernere tra le configurazioni abitudinarie della vita di tutti i giorni per utilmente abbandonare gli schemi ideologici e comportamentali compulsivi, o anche non perfettamente consapevoli, dannosi tanto per sé che per gli altri. Riuscire a superare tali schemi renderà senz’altro più agevole l’approccio a quel centro di naturale e positiva creatività posto in ognuno che le varie tradizioni spirituali hanno chiamato, nel corso dei millenni, con i nomi più vari. Lo si chiami anima, atman, ki, luce chiara, soffio divino, esso permea costantemente l’intera esistenza. Nel più discreto e gentile dei modi tale principio ci invita a lasciare dietro le spalle il mondo di divisioni creato dall’angusta visione egotistica della realtà per incamminarsi invece verso una più ampia condizione caratterizzata dalla percezione esperienziale di un più vasto stato di unità. Per riuscire a far questo bisogna però creare le condizioni che possano garantire un duraturo successo. Si è descritta l’opera dello spirito come improntata al garbo ed alla sensibilità d’animo: ecco due condizioni, due discipline che sarebbe bene fare emergere dal proprio intimo per proiettarle nella vita di tutti i giorni. Non è facile. Più spesso accade invece che si perda progressivamente la capacità di avere percezioni sottili del mondo fenomenico. In questo vi è come la congiura del contesto attuale che bombarda con stimoli sensoriali i più grossolani, ispessendo lentamente, ma inesorabilmente nel corso della vita, la preziosa vulnerabilità psichica. È un processo paragonabile alla graduale perdita di un senso, ad esempio quello del tatto (senso d’altro canto così importante, secondo Aristotele, all’acquisizione della completa percezione del reale): se si abitua la pelle a rivestirsi di stoffe sempre più ruvide, alla fine come si potrà più percepire il lieve contatto con la finissima seta? Allo stesso modo la sensibilità volta verso il sacro spazio dell’interiorità, qualora non venga protetta ed al contempo coltivata, potrà ricoprirsi di zone cieche non più in grado di sapervi leggere i nomi divini, ovvero di apprezzare il tocco soave dello spirito.

Riguardo alla protezione dell’interiorità esiste da sempre il rischio di esporre indicazioni piuttosto vaghe che spesso assumono un tono moraleggiante e che il più delle volte non hanno altra efficacia se non quella di irritare l’interlocutore. È invece opportuno almeno introdursi al tema della coltivazione della sensibilità umana, alla cura amorevolmente costante di quel complesso di energie che permetteranno, migliorando il singolo individuo, di migliorare anche il contesto umano ed ambientale, un mondo che spesso ci appare purtroppo inquietantemente sviante, qualora non minacciosamente distruttivo.


Dr. Massimiliano A. Polichetti

Funzionario storico dell’arte asiatica del Ministero della cultura specialista per l’arte indiana, tibetana e nepalese per il Museo Nazionale d’Arte Orientale ‘Giuseppe Tucci’ (dal 1° settembre 2016 facente parte del Museo delle Civiltà) di cui è stato Direttore; è attualmente Curatore delle Collezioni tibetane e nepalesi del Museo delle Civiltà.
Dal 1980 tiene conferenze e lezioni universitarie di storia dell’arte e di filosofia delle religioni.
Dal 1988 al 1990 è stato ricercatore presso la Jawaharlal Nehru University di New Delhi.
Nel 1992 è stato incaricato dal Ministero della cultura di tenere corsi di storia dell’arte comparata in India presso varie istituzioni.
Ha pubblicato oltre centocinquanta tra articoli e monografie riguardanti principalmente i vari aspetti attinenti alla tradizione buddhistica indo-tibetana, curando – tra l’altro – un volume dedicato alle arti tibetane su The Tibet Journal e co-editando il volume Visibilia invisibilium – Non invasive analyzes on Tibetan paintings from the Tucci’s expeditions. Ha curato e co-curato diverse mostre scientifiche.
Ha condotto ricerche sul campo, anche con l’approvazione del Governo indiano, nell’area himalayana indiana.
 


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La meditazione del calmo dimorare

Data

Lug 07 2023
Expired!

Ora

6:30 pm - 8:00 pm
Categoria
Dott. Massimiliano Polichetti

Organizzatore

Dott. Massimiliano Polichetti

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